“Ho dovuto attendere per trovare il tempo giusto per comporre un assolo, per imparare a stare in scena da solo senza sentirmi sopraffatto: oggi traduco in napoletano i sonetti di Shakespeare e trovo la formula universale per raccontare il poeta degli opposti e degli amori negati”. Lino Musella apre la sezione teatro del SEGESTA TEATRO FESTIVAL - sabato 26 luglio alle 19.30 - con L’ammore nun è ammore, originale “recita dei sentimenti” dei trenta sonetti di Shakespeare, ‘traditi’ in napoletano da Dario Jacobelli (scrittore, paroliere per i 99 Posse e gli Almamegretta) sulle musiche del polistrumentista napoletano Marco Vidino a cordofoni e percussioni.
Sarà il secondo appuntamento della rassegna che quest’anno si srotola tra il Teatro Antico e il Tempio dorico di Segesta: firmato da Claudio Collovà, il cartellone si apre venerdì (25 luglio) con il concerto di Eugenio Finardi che celebra così sia i suoi primi cinquant’anni di carriera che la nomina ad artista MEI dell’anno, appena conquistata.
“L’ammore nun è ammore” è una cerniera drammaturgica tra frammenti sentimentali cuciti insieme da una formula universale, quella di raccontare gli opposti – spiega Lino Musella, Premio UBU 2019, interprete di “Qui rido io” di Mario Martone, “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, “Il bambino nascosto” di Roberto Andò, ma anche di due stagioni di “Gomorra” e dell’ultima di “L’amica geniale” - Shakespeare è il poeta delle negazioni, dei vuoti, dello scontro, pensate a Giulietta, alla Bisbetica Caterina o a Molto rumore per nulla: l’amore non è amore senza inganno. Dario Jacobelli ha “tradotto” i sonetti nel 2013: è stato un tradimento straordinario che oggi io porto in scena. cosa c’è di diverso dal tradurre questi versi in italiano o in francese? Il napoletano è una lingua, musicale e straordinaria, ascoltatela ad occhi chiusi”.
Domenica 27 luglio alle 19.30, una grandissima attrice come Laura Morante interpreta il suo Notte di sfolgorante tenebra, offrendo la sua voce a tre donne greche, Clitemnestra, Elettra ed Elena, e tre troiane, Cassandra Ecuba e Andromaca: ognuna ha un modo diverso di raccontare la guerra, per tutte sconvolgente, allora come oggi. Musiche di Bach, Gliere, Ravel, Haendel/Halvorsen eseguite da Davide Alogna al violino e Luca Provenzani al violoncello.
Sei straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si raccontano sullo sfondo del tragico retaggio della guerra in un monologo vibrante, impetuoso ma anche intimo e introspettivo: è finita con un massacro al guerra di Troia durata dieci lunghissimi anni, i greci hanno vinto ma le donne, greche o troiane, mogli, figlie o sorelle dei trionfatori o degli sconfitti, hanno tutte pagato un amarissimo tributo. Hanno perduto padri o sposi amati, oppure da sposi o padri sono state ingannate, tradite, abbandonate. I vincitori hanno infierito sui vinti, le donne troiane, prede di guerra dei soldati greci, sono costrette a servire gli assassini dei figli e degli sposi, come schiave o concubine, invise alle mogli legittime. Clitemnestra, Elettra ed Elena, Cassandra, Ecuba e Andromaca: è difficile sottoporle a un giudizio morale. Meglio sospendere il giudizio e lasciarsi trascinare dal vortice delle loro passioni.
Clitemnestra è una spietata e ambiziosa simulatrice, oppure è una madre sconvolta dal dolore che vendica il barbaro assassinio di sua figlia? Elena è una donna vanesia, vile e sventata o, al contrario, una moglie fedele, vittima innocente di imperscrutabili trame divine? Cassandra è soltanto una vittima o il consapevole strumento della propria vendetta? Il risentimento di Andromaca nei confronti di Elena è davvero solo provocato dalla sua indignazione? E la presunta leggerezza di Elena basta a giustificare la feroce intransigenza della vecchia Ecuba? Elettra è la figlia devota di un padre amato, un’ implacabile giustiziera o una donna meschina, animata dal risentimento e dall’invidia per la propria madre? Non ci resta, credo, che sospendere il giudizio e lasciarci trascinare nel vortice delle loro passioni. (Laura Morante)
Biglietti sul sito del Segesta Teatro Festival (www.segestateatrofestival.com)
al botteghino del Parco di Segesta, su vivaticket.com (https://www.vivaticket.com/it/tour/segesta-teatro-festival-2025/778)
su coopculture (https://www.coopculture.it/it/eventi/evento/segesta-teatro-festival-2025/). Valida La Carta del Docente.
Il Segesta Teatro Festival, riconosciuto dalla Regione Siciliana tra le manifestazioni di grande richiamo turistico e culturale, è sostenuto dal MIC - Ministero della Cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta.
Il Parco ospita il progetto “Textere. Come fili nell’insieme” di Silvia Scaringella, curato dal direttore Luigi Biondo: cinque capitoli, per un unico percorso di comunità: “I fili del sole”, ultimo nato, che si unisce a “Texere”, “Pondus”, “Idrissa”, “La via sacra”.
Comunicato stampa