«Altro che intervento tempestivo. I Canadair di base a Birgi avrebbero potuto alzarsi in volo in pochi minuti e salvare davvero la riserva dello Zingaro. Invece erano altrove, probabilmente diretti sul MUOS di Niscemi, lontani decine di chilometri dal cuore del disastro. E oggi il capo della protezione civile Ingegnere Cocina ha perfino il coraggio di parlare di prevenzione “organizzata in modo adeguato” e che l’intervento tempestivo sulla riserva sarebbe stato “decisivo per evitare il peggio”. Ma il peggio è successo: lo Zingaro è bruciato. Ma di cosa stiamo parlando?».
A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi, che annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente e un accesso agli atti per ottenere ogni dettaglio operativo sui fatti del 25 e 26 luglio, quando le riserve naturali dello Zingaro e di Monte Cofano sono state distrutte dalle fiamme.
«Il Governo regionale – attacca Ciminnisi – tenta di raccontare un’altra storia. Ma i dati parlano chiaro: sappiamo dai tracciamenti pubblici di Flightradar.com che il pomeriggio del 25 luglio, proprio mentre la riserva dello Zingaro andava in fumo, il Canadair di base a Birgi, che sarebbe potuto intervenire in pochissimi minuti, era in volo verso Comiso e poi sul MUOS di Niscemi. E, ugualmente, se il Canadair di Birgi decollato da Sigonella alle 17.32, dopo il rifornimento, fosse andato allo Zingaro, nel pieno dell’incendio, anziché al Muos, oggi si conterebbero danni più limitati. Non ci si venga a raccontare che era lì ad operare sulla sughereta di Niscemi perché anche quella è andata in buona parte bruciata».
Nel mirino anche la gestione della centrale operativa regionale: «Il presidente Schifani ha inaugurato in pompa magna una centrale operativa che, nei fatti, si è rivelata incapace di coordinare gli interventi. Vogliamo conoscere i dettagli dell’impiego dei Canadair su altre aree, mentre due delle riserve più importanti della Sicilia bruciavano. Se davvero la protezione delle basi militari è avvenuta a scapito del nostro patrimonio ambientale, allora si attrezzino per raggiungere entrambi gli obiettivi: basi sicure e territorio protetto. Altrimenti, diciamolo chiaramente: i venti di guerra fanno più danno del vento di Scirocco».
Comunicato stampa