Domani sera (5 settembre) alle 21 all’interno del Tempio di Segesta, un concerto particolare che “abbraccia” chi arriva cercando una vita migliore. “Archeologia solidale: canti e danze della Georgia", fa parte di una serie di iniziative culturali promosse dal Parco Archeologico di Segesta in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca nel Mediterraneo di Ginevra (RhAM-Genève) e la Fondation Jonas; ed è una “coda” fuori programma al Segesta Teatro Festival che si è chiuso con oltre 17mila presenze. Ingresso libero.
Già due anni fa l’archeologa Alessia Mistretta aveva coinvolto alcuni giovani rifugiati richiedenti asilo da Siria, Pakistan e Rwanda, nella campagna di scavo che l’Università di Ginevra ha condotto all’Acropoli Sud e alla cosiddetta “Casa del Navarca”; i giovani avevano accolto con entusiasmo la proposta di collaborare allo scavo e avevano lavorato con passione. Il progetto è poi andato avanti con altre iniziative. Domani giovani rifugiati da diverse parti del mondo si esibiranno al Tempio di Segesta per celebrare la libertà ritrovata.
Musica, canti e danze tradizionali di tanti Paesi con protagonisti anche ragazzi – come Natia e Dachi Beraia Taktakishvili, piano e violino con il gruppo delle Voci della Georgia - che nel frattempo sono diventati artisti di fama internazionale grazie al supporto della Fondazione Jonas che li ha aiutati a ottenere un futuro diverso, o semplicemente un futuro. I centri finanziati dalla Fondazione si occupano infatti di offrire ai piccoli una formazione e un’opportunità di vita protetta.
Comunicato stampa