Indennità e gettoni non dovuti: il comune di Alcamo in causa con 23 ex amministratori e consiglieri
Nuovo capitolo della lunga querelle che vede contrapposti (almeno in parte), da un lato, il comune di Alcamo e, dall’altra, ben 44 tra amministratori locali e consiglieri comunale in carica tra il 2012 e il 2013. Una vicenda che riguarda la quantificazione, l’erogazione e la successiva restituzione dei delle indennità e dei gettoni di presenza percepiti per lo svolgimento delle cariche in quel biennio. Ebbene, se con 21 controparti l’ente è pervenuto a un accordo, per altre 23 controparti la vicenda approda nelle aule giudiziarie.
Nel 2011 e nel 2012 il comune di Alcamo non rispettò il cosiddetto patto di stabilità e, pertanto, venne applicata una riduzione del 30% all’ammontare delle indennità e dei gettoni per il 2012 e il 2013, così come previsto dalla normativa. Successivamente, però, a seguito di una pronuncia della Corte costituzionale, il comune ritenne di “revocare” tale decurtazione e rideterminare il dovuto agli amministratori e ai consiglieri per i due anni, quantificato complessivamente in poco più di 400 mila euro. Un successivo intervento della Corte dei conti, però, chiarì che l’applicazione della sanzione del 30% per il mancato rispetto del patto di stabilità fosse valida al 100%: da questo momento (nel 2017), quindi, è iniziato l’iter del comune per il recupero delle somme erogate agli amministratori e ai consiglieri dell’epoca.
Nei mesi e nelle settimane scorse, con tre distinte delibere l’attuale giunta comunale ha “ratificato” e accettato 21 accordi di negoziazione assistita, mentre per i rimanenti ex consiglieri e amministratori che non hanno accettato l’invito a concludere una convenzione di negoziazione assistita finalizzata a comporre la controversia, lo scorso settembre il comune ha provveduto a emettere apposite ordinanze di ingiunzione di pagamento. Da parte loro, i 23 amministratori e consiglieri hanno presentato altrettanti ricorsi presso la sezione civile del giudice di pace di Alcamo (12) e presso la sezione civile del tribunale di Trapani (11) per chiedere l’annullamento di tali ordinanze.
Il comune, naturalmente, resisterà in giudizio e in tal senso l’amministrazione comunale ha già dato mandato agli uffici di individuare e nominare un avvocato esterno “di chiara fama e competenze” per rappresentare l’ente nelle 23 cause civili.
Giovanni Dilluvio